giovedì, gennaio 18, 2007

7 anni

Sono passati 7 anni dalla morte di Craxi, il socialista che rubò milioni allo stato, fece leggi scandalose per gli amici e poi, appoggiò governi dittatoriali e quando la giustizia arrivò, se ne fuggì in Tunisia a vivere gli ultimi anni da ricco latitante. In Tunisia gli intestano una strada, e mi sembra giusto visto l'ammontare di soldi che ha portato loro. Soldi nostri.
In parlamento i criminali suoi amici lo hanno commemorato presentando un libro di suoi discorsi. Questo dovrebbe dare immediatamente agli elettori l'idea di legalità che hanno certi deputati. Quelli non indagati. O già condannati.
Anch'io ho voluto ricordarlo.

Da Wikipedia:

"A partire dal 1992, un gruppo di pubblici ministeri della procura di Milano, tra cui spiccavano Antonio Di Pietro, Gherardo Colombo e Gerardo d'Ambrosio, avviò una grande inchiesta contro la corruzione all'interno dei partiti politici. Le iniziative giudiziarie, chiamate Mani Pulite e Tangentopoli, misero in luce i diffusissimi reati commessi all'interno dei movimenti politici ed ebbero la conseguenza di spazzare via dalla scena politica i partiti principali, dando così il colpo di grazia alla cosiddetta Prima Repubblica.

Craxi, vedendosi accusato di corruzione e di altri reati vari (ricettazione, concussione, collusione con la mafia) in qualità di segretario politico del PSI (dopo la morte del segretario amministrativo Vincenzo Balzamo la carica non era stata assegnata) inizialmente tentò di screditare i PM; poi, dopo che fu riconosciuto colpevole e condannato a 5 anni di reclusione, dapprima si dimise dall'incarico di segretario del PSI (1993) e successivamente fuggì in Tunisia. Il PSI, che aveva raggiunto negli anni d'oro il 14% dei voti, si ridimensionò fino a scomparire definitivamente.

Durante il periodo di Mani Pulite, Craxi, unico tra i politici di rilievo della prima repubblica, affermò nella famosa seduta alla Camera dei Deputati del 29 aprile 1993 che tutti i partiti avevano bisogno di denaro ottenuto illegalmente per finanziare le proprie attività, e lo ricevevano. All'invito rivolto ai deputati presenti alla seduta "...non credo che ci sia nessuno in quest'aula, responsabile politico di organizzazioni importanti che possa alzarsi e pronunciare un giuramento in senso contrario a quanto affermo: presto o tardi i fatti si incaricherebbero di dichiararlo spergiuro". nessuno si alzo'. La sua linea di difesa, non fu insomma dichiarare sé stesso innocente, ma sostenere che egli era colpevole né più né meno di tutti gli altri. Una posizione realistica, ma non sostenuta dalla classe politica, né accolta favorevolmente dall'opinione pubblica che si mostrava fortemente ostile nei confronti di quel sistema."

Tipico degli italiani. Se tutti si comportano da cafoni, non sono un cafone se lo faccio anche io. Da segnalare che la giustizia italiana fu successivamente accusata di aver proceduto contro Craxi in maniera illegale, violando la privacy della persona e accusandolo sulla base di sole testimonianze. Fatto sta che lo stesso Craxi si dichiarò colpevole. Craxi era un ladro.

Ricordiamoci di lui.

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