lunedì, dicembre 03, 2007

Il Caleidoscopio delle Realtà

Sul mio sito personale ho appena aggiunto l'ultima avventura scritta e illustrata da me medesimo: il Caleidoscopio delle Realtà. Si tratta di una ventina di pagine battute al computer, poi riorganizzate per benino, infine arricchite (se così si può dire) con qualche disegno che ho avuto modo di fare (con pennarello punta fine quale strumento) durante una riunione-fiume scout.

L'idea per questa avventura mi è stata fornita da un episodio della mia campagna in corso, Lo Zeist. In un momento di follia, i personaggi decisero di impegnarsi nel recupero di un artefatto nephandico che non aveva nulla a che fare con la trama della campagna. Creai così una piccola avventura all'interno di un labirinto illusorio generato dall'artefatto stesso. I giocatori ne rimasero letteralmente terrorizzati! L'idea di essere all'interno di qualcosa che confonde ogni senso e dalla quale quindi non si ha speranza di uscire li aveva davvero colpiti.
Così, decisi di estrarre questo episodio dalla campagna per costruirci attorno un'avventura completa e indipendente.
La seconda idea fondamentale è stata uno spunto per avventura (adventure hook, come direbbero gli anglofoni) presente su un manuale della linea Nephandum, in cui viene narrato di un anacoreta che invia i personaggi a cercare un artefatto, ma in realtà è lui stesso il pericolo da cui devono salvarsi. Ho messo questa idea assieme alla precedente e si combinavano perfettamente, ma mancava ancora un flavour, il sapore, l'atmosfera che avrebbe dominato l'intera vicenda.
Sembrava ovvio che il terrore ancestrale del quale avrebbero tentato di fermare i piani fosse Hyssiris, maestro delle illusioni. Non poteva essere altrimenti. Iniziai a vagare per le immagini fantasy che conservo nel mio computer. Tra le tante, trovai l'immagine di una distesa erbosa sconfinata, disseminata di rocce aguzze e sporgenti come zanne di roccia dalla piana silenziosa. Mi sembrò un panorama stupendo per ambientarci un'avventura nel regno della follia. Il soffiare del vento, il silenzio assordante, l'assenza di qualsiasi cosa fino all'orizzonte... era perfetto. Purtroppo di quell'immagine avevo dimenticato di appuntare l'autore. La vedete qui sopra, riprodotta parzialmente, in modo da evitare guai. In ogni caso, non potevo fare a meno di usarla, ed è l'unica immagine non mia presente nell'avventura.
E' così che ho creato Theret, una città al crocevia di diverse rotte commerciali che attraversano le sconfinate praterie di Engwer. Nelle praterie giace l'artefatto-labirinto: il Caleidoscopio (che caleidoscopio non è).

Cos'altro serviva? Un po' d'azione e un finale. Ho pensato che l'obiettivo principale di ogni emissario è quello di generare, creare, dare vita a una loggia. Un gruppo di persone che lo aiutino a portare a termine i suoi obiettivi, o comunque gli obiettivi che -volente o nolente- sta perseguendo per conto del terrore ancestrale. La figura dell'anacoreta mi ha fatto venire in mente quei santoni new-age che guidano comunità di meditazione. Una persona carismatica come un eremita poteva attrarre a sé seguaci in cerca di significato nella propria vita, oppure gruppi di potere interessati a conoscere la via per la conoscenza suprema. Questa forma di reclutamente poteva avvenire anche spontaneamente, senza che l'emissario fosse veramente intenzionato a circondarsi di proseliti...
Da questa premessa nascono i pretesti per i pochi combattimenti presenti nell'avventura. Uno dei quali, tra l'altro, è reso assai più interessante dalla presenza del passato dell'eremita, concretizzato dal potere di Hyssiris. Nello scontro finale, il gruppo sarà addirittura proiettato all'interno della mente dell'anacoreta, per combattere fisicamente contro le sue deviazioni mentali e porre fine alla sua pazzia... una soluzione delirante per porre fine al delirio.

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