giovedì, gennaio 21, 2010

Altri racconti brevi...

Come ho già scritto, ho deciso di dedicare una serie di post ai racconti brevi che sto scrivendo per un manuale di Giochi di Ruolo Fantasy. I racconti (brevissimi) che seguono sono stati scritti per introdurre alcune carriere dei personaggi. Alcuni saranno più fruibili per gli "addetti ai lavori" (ad esempio sarà utile sapere che un Guaritore può anche resuscitare una persona morta da poco), ma altri hanno caratteristiche meno criptiche e più godibili. Beh buona lettura.

Druido
“E voi chi siete?” Domandò il Baluardo.
Davanti a lui si parava un elfo in armatura di cuoio, con le braccia e le gambe avvolte in grosse bende di lana, e una benda dello stesso tipo gli copriva la fronte e un occhio, probabilmente mancante.
“Mi chiamo Yash, sono il consigliere di Grenda.”
Rispose l'elfo. “E' con me.” Confermò Grenda, la custode del villaggio. Almeno un paio dei soldati che il Baluardo aveva portato con sé erano palesemente turbati dal fatto che Grenda si fosse presentata loro quasi completamente nuda, ma il templare non lo era affatto.
“Se queste sono le vostre usanze, a me sta bene.
Sono qui per chiedere che riapriate la via commerciale del bosco di Nood. Quello che è accaduto è sicuramente opera del vostro popolo. Gli alberi hanno formato una coltre di rami impenetrabili, e i vostri elfi ci intimano di tornare da dove siamo venuti. Questo è inammissibile.”
Grenda incrociò le braccia, come se fosse spazientita. Lanciò uno sguardo a Yash, e rispose:
“Volete che un sentiero nei boschi diventi una via carovaniera, questo non possiamo permetterlo. Il bosco non è d'accordo.”
Il Baluardo puntò il dito verso la custode:
“Quello che non volete è che la Chiesa di Sinth costruisca una cattedrale alle pendici dei monti
Salish, perché sarebbe troppo vicina al vostro territorio! Ecco qual'è la verità.”
“Anche sulla costruzione della cattedrale, il bosco non è d'accordo.” Rispose serafica Grenda.
“Non accetteremo ultimatum dagli eretici! - Tuonò il templare – Riapriremo la strada con la forza se necessario! Vedremo se il bosco sarà ancora contrario!”
Yash fece un passo avanti e agitò le dita nell'aria.
“Perché non glielo chiede?” Disse. Immediatamente gli alberi più vicini ai soldati si allungarono e li afferrarono, sollevandoli in alto fra le fronde.
Qualcuno, agitando la spada, riuscì a mozzare qualche ramo e a liberarsi. Gli altri gridavano presi dal panico. Il templare si guardò intorno, sembrava che la foresta non avesse altro desiderio che stritolarli.
“Credo... credo che costruire una chiesa così vicina al bosco non sia in effetti una buona idea! Vi prego lasciateli andare!” Piagnucolò. Yash abbassò le mani. Uno dopo l'altro i soldati caddero a terra con un tonfo. Il tempo di rialzarsi, ed erano già corsi via sparendo dalla vista degli elfi. Il Baluardo li seguì velocemente.
“Se torneranno, - disse Grenda allontanandosi – puoi spremerli e usare il loro sangue per abbeverare il terreno. Non mi interessa interloquire ancora con questa razza insignificante.”
“Si, mia signora.” Le rispose il druido, chinando il capo in segno di devozione.

Guardiano del Crepuscolo
Sir Perentar entrò nel dormitorio completamente coperto di sangue. Era sangue nero, viscoso, denso. Nessuno sapeva cosa aveva affrontato, ma qualsiasi cosa fosse era stata peggiore del solito. Si slacciò l'elmo e lo gettò sul pavimento. Una ferita profonda che dalla fronte scendeva fino al sopracciglio gli impediva di aprire l'occhio sinistro.
“Acqua!” Gridò.
Uno dei novizi recuperò di corsa un otre e glielo porse. Perentar lo sollevò in alto e lo svuotò sulla propria faccia. L'acqua scendeva inzuppando i suoi paramenti da templare, scivolando sotto l'armatura pesante, lavando via gli umori residui della battaglia. Uno dei guaritori, chiamato forse da un altro dei novizi, corse nella stanza. Quando vide la ferita, esclamò qualcosa sottovoce.
“Lasci stare la ferita sulla testa, Belgras. - Sussurrò Perentar mentre l'acqua ancora gli scendeva tra i capelli, neri e lunghi. - Quest'altra fa molto più male...”
Così dicendo slacciò lo scudo, che cadde a terra con clangore. Sollevò il braccio, mostrando uno squarcio nero che sembrava seguire la linea del costato. Un fiotto di sangue ne uscì immediatamente, dilagando sulla tunica zuppa.
“Sir Perentar, questa ferita richiede una cucitura e l'applicazione immediata di magia! - Balbettò con agitazione il guaritore. - Probabilmente una delle costole sarà spezzata, e il taglio è troppo profondo affinché si richiuda velocemente, anche con gli incantesimi adeguati...”
Sir Perentar strinse i denti e afferrò il guaritore per la collottola, sollevandolo quasi da terra.
“Ascoltami bene, Belgras: i miei compagni stanno morendo, là fuori. Lo senti il suono di questi corni? Presto saranno pronti a un nuovo assalto. Applica la tua magia, fai il meglio che puoi e risparmiami le tue preoccupazioni da isterico, io sono un Guardiano del Crepuscolo, la Dea Madre mi sosterrà!”
Belgras annuì terrorizzato. Non appena toccò di nuovo terra, iniziò a recitare formule di guarigione.

Guaritore
Il guaritore passò le dita sulle labbra della ragazza.
Erano secche e screpolate, ma nonostante questo una secrezione giallognola le fuoriusciva dalla bocca.
“Allora, Celan... vuoi darti una mossa? - Lo ammonì l'arciera alle sue spalle, che appoggiata alla porta si assicurava che nessuno la aprisse all'improvviso. -Dubito che Renni riuscirà a trattenere il padre della ragazza ancora per molto tempo. E hai visto la sguardo di Kaldrian? Secondo me sta per trasformarli tutti in aragoste...”
“Ho bisogno solo di qualche altro minuto, Tanis.”
Gli rispose Celan. Strappò le vesti della ragazza e cominciò a premerle l'addome. Era duro come se avesse inghiottito pietre. Esaminò la pelle con attenzione. Piccole macchie nere erano sorte attorno alle zone ghiandolari, sotto pelle.
“Perfetto. - Esclamò il guaritore rialzandosi. - Fai entrare il governatore. Cioè il padre. Veloce!”
Tanis aprì la porta. Al momento giusto, perché appena oltre la porta c'era il governatore, con il pugno alzato nel gesto di bussare. Dietro di lui Renni Kaldrian cercavano di giustificarsi per il fatto che fosse riuscito a passare.
“Non fa niente, ragazzi. - Disse Celan comparendo alla porta. - Ho risolto il caso. La ragazza aveva contratto il morbo di Gualsh, una malattia che solitamente è trasmessa dalla saliva dei lupi selvaggi. Dubito che il governatore o qualcuno del villaggio tenga lupi selvaggi in casa come animali di compagnia. Quindi il licantropo è Monique, la figlia del mercante di tessuti.”
Il governatore impallidì, poi riprese colore, poi deglutì, poi sgranò gli occhi. Il tutto nel giro di pochi secondi. Infine chiese:
“Cosa c'entra la figlia di Holdred in tutto questo?”
Renni si intromise: “In questi giorni abbiamo visto sua figlia, più di una volta, assieme a Monique... in atteggiamenti diciamo... promiscui? Si può dire?”
“Insomma si baciavano.” Tagliò corto Kaldrian.
“Esatto! - Esclamò di nuovo il guaritore. - Monique le ha trasmesso il morbo di Gualsh! Monique è un licantropo, e come tale ha contratto il morbo da altri lupi selvaggi. Monique è colei che state cercando.”
“Ma... Ma... - Balbettò il governatore. - Mia figlia? Adesso sta bene?”
“No, è morta. - Disse Celan. - Ma tranquillo, non è grave.”

Immagine: James C. Kimball - all rights reserved

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