lunedì, settembre 20, 2010

Il sonetto del Vaffanculo


Se alla gente addolora come sono
se il mio malumore dà disturbo,
in dovere di chiedere perdono
non mi sento, ché ora è troppo furbo.

Possono, invece, semplicemente
abbandonarmi ove m'hanno incontrato.
Questo certo darà alla loro mente
sollievo, e io d'assenza sarò grato.

Se posso anche lontano dai rumori,
ho un quaderno bianco, e una matita.
La necessità di giorni migliori

non sento e vi assicuro che la vita
mia senza nessuno di dolori
ne ha meno, e così io l'ho ambita.

2 commenti:

Franz ha detto...

Si direi un sonetto Masiniano o Masiniesco.

Bigio ha detto...

Esattamente.