mercoledì, gennaio 30, 2013

Perché un'illustrazione di Drizzit non è semplicemente una striscia più grande.

Katy e Brando, realizzati con una tecnica digitale simile
alla pittura a olio, che poi non ho più usato.
Con quest'ultimo approfondimento, la serie di post sul "making-of" di Drizzit si conclude. Nell'articolo principale avevo già accennato che nel disegnare una striscia, l'autore deve fare assolutamente i conti con il fattore tempo: o si rassegna a non pubblicare una striscia al giorno (come fanno molti autori di strisce, soprattutto sul web), oppure occorre scendere a compromessi con l'esigenza di produrre almeno sei o sette strisce a settimana.

Personalmente, faccio parte della seconda scuola. Come già detto, preferisco escogitare tecniche che mi consentano di produrre strisce di discreta qualità in un tempo ridotto. La scelta di dover pubblicare giornalmente, mettendo in atto sistemi che mi consentano di farlo, mi avvicina tra l'altro al genere di autori che di solito sfruttano la strip, cioè quelli che la pubblicano sui quotidiani (americani, di solito), più che a quelli che la postano sul loro blog. Mi piace così, finché ci riuscirò manterrò questo ritmo.

Illustrazione realizzata con sfumature di
grigio. Poi l'ho anche colorata, ma il
risultato finale non valeva la fatica.
Adesso però volevo approfondire l'aspetto delle illustrazioni, che differentemente dalle strisce non devono sottostare al problema della produzione e pubblicazione frequente. Le illustrazioni di Drizzit sono un bel dilemma. Per un po', quando ci accingevo a farle, non facevo altro che riportare le tecniche di disegno e colorazione che usavo per le strisce in immagini più grandi e con diverso scopo. Ma non funzionava molto bene. In una illustrazione dovermi limitare solo a due sfumature di colore, oppure a degli sfondi appena abbozzati, non era necessario. Potevo impegnarmi un po' di più.

Per qualche tempo ho provato a produrre illustrazioni utilizzando diverse tecniche di pittura e/o di colorazione digitale, ma l'impressione finale che mi davano i lavori, una volta ultimati, era estraniante. Sembravano delle elaborate fan-art realizzate da qualcuno che non ero io. Credo che quell'impressione derivasse dal fatto che più mi allontanavo dalle tecniche utilizzate per a realizzazione delle strisce, più i lavori sembravano non appartenere all'opera originale.
Alla fine quindi decisi che per le illustrazioni avrei dovuto utilizzare dei metodi che dovevano essere un'evoluzione di quelli utilizzati nelle strisce, e non un'alternativa.

Una delle prime illustrazioni in cui ho
mantenuto la tecnica delle strisce. Troppo
elementare per una illustrazione.
Da quel momento in poi, ho iniziato a creare tutte le illustrazioni di Drizzit partendo dalla stessa procedura delle strisce: una bozza per sistemare nello spazio gli elementi, un layer per il disegno, un layer per il colore. Per una illustrazione però, al fine di aggiungere maggiore cura, aggiungo ulteriori passaggi di colore, i layer della luce, delle ombre, dei riflessi, nonché del fumo, degli effetti magici e così via. Per gli sfondi solitamente effettuo ricerche su internet e utilizzo pattern generici adattati allo scopo. Ad esempio se ho bisogno di un muro, cerco un muro, lo copio, lo elaboro al computer e poi lo adatto (correggendolo a pennellate) all'immagine in questione. In una illustrazione non ci si può accontentare di un colore sfumato come sfondo, c'è bisogno di ambienti più complessi e elaborati. Nel caso di un bosco, ad esempio, occorre disegnare alberi, cespugli, erba, sassi il tutto amalgamato insieme. La mia fantasia, da sola, non basta a elaborare una ambiente simile, preferisco cercare un'immagine, una foto o qualcosa che mi dia l'impressione di starci bene e poi adattare e modificare quella, trasformandola da una foto a uno sfondo adatto. Un lavoro che alla fine porta via dalle quattro alle cinque ore, anziché l'ora e mezza scarsa necessaria a creare una singola striscia. Certo non si tratta di un tempo eccessivo, considerato che illustratori più bravi e più grandi di me (grandi nel senso di esperti) impiegano anche dieci volte tanto per creare un'illustrazione delle loro. Ma il livello che attualmente ho raggiunto mi sembra sufficiente a ottenere risultati dignitosi, quindi mi accontento di migliorare a piccoli passi.

L'illustrazione promozionale per le 600 strisce di Drizzit, una delle ultime realizzate. E' stata
creata per somma di passaggi aggiuntivi di colorazione ed elaborazione, e come si può vedere
pur risultando più curata e complessa di una striscia, non è che un'evoluzione della stessa.
Stessa tecnica, ripetuta all'infinito (in questo specifico caso, più di 10 layer di colore).

Le illustrazioni create in questo modo inoltre mantengono però il "sapore" delle strisce, perché alla fine non sono altro che passaggi aggiuntivi sulla stessa base. Non sembrano quadri o opere a se stanti dedicate al mio fumetto.

Ecco, credo sia tutto. Non ci sono molti altri segreti da svelare, il mio lavoro è tutto qui. Ringrazio tutti quelli che lo apprezzano e... buona lettura.

4 commenti:

Davide Quetti ha detto...

Mi sembra un ottimo sistema.

Nunzio Palermo ha detto...

ottima scelta

Loba ha detto...

Secondo te posso azzardarmi a creare un fumetto con sketchbookpro per ipad? ( lo conosci? ) Sono abbastanza niubba comunque, mai usato più di tre layer finora.

Bigio ha detto...

Certo, e anzi se ci metti parecchio impegno ottieni anche dei risultati di tutto rispetto. Il punto è che se invece usassi Manga Studio o Photoshop ci metteresti un quarto del tempo... ;)