domenica, dicembre 22, 2013

Artigianato e Creatività


Da un po' avevo in mente di scrivere questo post, un po' per riassumere quello che mi capita spesso di ripetere quando giro per le fiere o quando vengo invitato a presentare i miei fumetti da qualche parte. Mi capita spesso di sentir parlare di "genialità" o di "avere un dono" e quando alzo gli occhi magari incrocio quelli di un bambino che vorrebbe fare anche lui il fumettista ma la mamma lì vicino gli ha appena fatto notare che io sono "speciale" e che con certe predisposizioni ci si nasce, e quindi niente, 'sto povero ragazzino dovrà rassegnarsi e fare l'ingegnere.

Ma non è così. Esiste una cosa che è la creatività, l'inventiva, l'immaginazione, la fantasia. Quella è una dote che, anche se non innata, deriva in parte dalla propria personalità. Poi naturalmente si somma alle esperienze, ai traumi, alla conoscenza, a tutto ciò che costruisce e decostruisce un individuo. E il risultato è la capacità di tirar fuori un'idea brillante, una battuta sagace, un pensiero originale, un collegamento inaspettato. C'è del caos e c'è parte di noi stessi. Ecco la creatività è il vero dono, un dono della vita, di quello che abbiamo vissuto, di come siamo cresciuti, e il risultato siamo noi. Sono io.

Il disegnare invece, così come lo scrivere, o il dipingere, o lo scolpire, o il ricamare, il danzare, il cucinare, l'intagliare legno, il forgiare metalli... è un artigianato. E come tutte le forme di artigianato si possono apprendere, esercitare, migliorare e perfezionare. Ci vuole tempo, dedizione e testardaggine, ma sono alla portata di tutti. La prova vivente di questa "teoria" sono io, che senza anni di scuole di fumetto o corsi di disegno sono passato dal tratto precario delle prime strisce di Drizzit fino a quello delle ultime, e delle ultime illustrazioni. E ce n'è ancora tantissima di strada da fare, non sono che un dilettante paragonato ai maestri che navigano nel mio stesso mare.

A riguardo, trovo tra l'altro che le critiche siano non solo sopportabili, ma addirittura gradite e utili. Mi piace leggere "il braccio destro è troppo grande" perché mi sprona a ricontrollare, verificare se è vero, e alla fine ammettere che il commentatore critico ha ragione (oppure no). E la volta successiva che disegno un braccio ci farò sicuramente più attenzione. Invece, le "critiche" che riguardano la creatività non solo sono fastidiose, ma anche stupide e inutili. Di tanto in tanto mi capita, scorrendo i commenti ai miei lavori, di leggere "non mi fa ridere" oppure "non ci trovo niente di divertente", o cose simili. Commenti del genere non hanno senso. Un commento non deve per forza essere costruttivo, intendiamoci (anzi a dir la verità non deve nemmeno avere un senso), ma quando leggo un commento del genere penso: cosa dovrei fare, svitarmi il cervello e sostituirlo?

Il mio senso umorismo è parte della mia creatività, è un composto chimico di vissuto, letto, guardato al cinema, amato e detestato. Non si può "migliorare l'umorismo" su base volontaria, nel senso che non si possono avere idee migliori solo perché lo si desidera. Si può limare una battuta, riformularla, lavorarci, confezionarla, esaltarla... ma l'idea della battuta ti deve venire! Inoltre, questo vale la pena considerarlo, non si può cambiare umorismo a meno che non lo si voglia. Se una mia striscia viene pubblicata, è probabile che io la ritenga divertente. Non tutte sono divertenti allo stesso modo, alcune più di altre, ma se una battuta mi fa schifo è chiaro che non la inserirò in una vignetta o in una striscia. Quindi tutto quello che pubblico è divertente, per me. Come dice Daniele Luttazzi, è il comico che misura la propria comicità, è a lui stesso che devono piacere per primo le battute che fa.

Il mio umorismo è quindi mio e basta. Le strisce di Drizzit, The Author o Giggi il Pollo faranno sganasciare dal ridere alcuni, sorridere altri, e altri ancora non rideranno affatto o le troveranno addirittura detestabili. Sono due anni che pubblico strisce e ancora oggi, rileggendole da capo, noto che il mio umorismo è sempre lo stesso: è composto da tutto ciò che ritengo esilarante, brillante e buffo, e da niente di ciò che trovo degradante, umiliante o offensivo. Come è giusto che sia. Quindi se qualcuno non trova divertente il mio umorismo, può leggere altro.

Non farei questo discorso se non fossi sicuro di essere ancora in quella fase che alcuni autori chiamano "passione creativa". Sono certo che arriverà il momento in cui, dopo aver raccontato tutto quello che ho dentro, mi ritroverò a sbattere la testa al muro per farmi venire un'idea interessante. Per adesso però, ne siamo ben distanti. Il più delle volte mi lamento del fatto che non ho abbastanza tempo per lavorare (e disegno 6-8 ore al giorno), chi mi conosce lo sa bene. Mi trovo nella situazione di chi soffre perché le proprie mani non sono capaci di lavorare al ritmo del proprio cervello. Ogni volta che ho una buona idea per una vignetta, una striscia, un disegno, una illustrazione, un racconto... questa si mette in fila, con il numeretto, e aspetta il suo turno. C'è una priorità, e capita che alcune di queste idee rimangano in fila per mesi prima che tocchi a loro.

Ecco, ad esempio questo post che volevo scrivere. Ce l'avevo in testa da mesi, ma è rimasto lì, al buio, al aspettare che lo chiamassi. Finalmente  è toccato a lui. Adesso ho finito di scriverlo. Avanti il prossimo.


Nessun commento: