domenica, febbraio 16, 2014

Humanity not found


Ogni domenica, da più di un anno a questa parte, pubblico sul blog di Shockdom del collettivo Fumetti Crudi così come sulla pagina di Facebook relativa un nuovo episodio di The Author. Ebbene, oggi, dopo tante settimane di pubblicazione, per la prima volta, ho deciso di NON PUBBLICARE il nuovo episodio di The Author. Si tratta di una scelta consapevole che metto in atto per spingere un po' tutti a riflettere su certi argomenti. Cosa è successo?

Qualche giorno fa, un lettore mi ha segnalato su una pagina di Facebook una mia vignetta pubblicata in maniera assolutamente criminale: la vignetta in questione era un ritaglio di un episodio di The Author piuttosto recente, ed era stata pubblicata senza citare né l'autore né la pagina del fumetto di origine. Essendo un ritaglio, era stato eliminato il titolo, la firma e qualsiasi altro riferimento.
Per chi non lo sapesse, questo significa violare il diritto d'autore. Faccio notare, casomai non foste ferrati in materia, che il diritto d'autore non è il copyright e non ha nulla a che vedere con i diritti di sfruttamento economico dell'opera. Siccome The Author, così come Drizzit, viene pubblicato GRATUITAMENTE su internet, non c'è alcun copyright associato alla sua pubblicazione su internet, cioè nessuno può farvi pagare per leggere The Author o Drizzit online, e chiunque può farne l'uso che vuole, purché quest'uso sia gratuito e fintanto che si rispetta appunto il diritto d'autore.

Cos'è allora il diritto d'autore? E' semplicemente il diritto dell'autore di vedere riconosciuta la paternità della sua opera. In pratica se io dipingo un quadro o scolpisco una statua, ho il diritto per legge di essere riconosciuto come suo autore. Vale anche per fumetti, ovviamente. Sicché se un tizio qualsiasi prende un mio fumetto e lo ripubblica online da qualsiasi altra parte, ad esempio su un'altra pagina, deve premurarsi di attribuirlo correttamente altrimenti sta violando la legge. E per "legge" non stiamo parlando di norme di Facebook, di "netiquette" o di buona educazione su internet, stiamo parlando della legge italiana. La legge italiana riconosce agli autori la paternità delle loro opere e il diritto di rivendicarla.

Ovviamente Facebook sa benissimo come stanno le cose, quindi se un autore si accorge che una sua vignetta è stata ritagliata e pubblicata altrove senza che gli sia stata riconosciuta la paternità dell'opera, basta farlo presente agli amministratori. Questi si accertano che l'opera sia davvero dell'autore in questione, dopodiché vanno dall'amministratore della pagina che ha violato la legge, gli cancellano l'immagine e lo avvertono che la cosa che ha fatto è illegale. Ed è proprio così che ho proceduto: ho segnalato la violazione e loro hanno rimosso l'immagine pubblicata illegalmente e hanno ammonito l'amministratore della pagina che l'aveva pubblicata.

Il giorno dopo, mi ritrovo nella casella di posta una email del gestore di tale pagina. Il testo della mail era una sola, singola parola: STRONZO.

Chi mi conosce sa bene che non so trattenermi dal rispondere, e non per un qualche "moto di rabbia" come capita spesso su internet, bensì per un deviato (e forse altrettanto malato) bisogno di spiegare le mie ragioni, come se volessi credere che il mio interlocutore non si sia accorto di aver commesso un illecito. Così, utilizzando toni non certo pacati, ho cercato di spiegare per filo e per segno all'amministratore di tale pagina come funziona la legge, come funziona Facebook, e cos'è il diritto d'autore (visto che nel rispondermi aveva di mostrato di non sapere nemmeno la differenza tra quest'ultimo e il copyright). Ho concluso facendogli notare che per non violare il diritto d'autore bastava premurarsi di segnalare l'autore almeno nella didascalia, e che se me lo avesse chiesto PRIMA, avrei potuto addirittura acconsentire alla pubblicazione della vignetta, magari nella versione non mutilata. Prendendo una mia vignetta, ritagliandola e pubblicandola senza indicarmi come autore si era reso invece a tutti gli effetti un ladro.

Dopo questo vivace scambio di email pensavo che la situazione si fosse chiarita. Invece no. Trascorre un altro giorno e l'amministratore della pagina in questione mi scrive un'altra bella mail piena di idiozie, di cui riporto solo la parte finale:

«Ma chi te se ncula? Ma che hai depositato il marchio della pepsi? Hai fatto una fetentissima vignetta, che è stata condivisa (portandoti anche un po' di pubblicità), e ti comporti come se ti avessero rubato il graal. Ma vai a zappare!»

Nella parte di poco precedente l'amministratore mi dà anche del coglione perché lui non può "andare a controllare ogni singola cosa che gli viene proposta" e perché se l'unica cosa che voglio tutelare è il diritto d'autore, farei bene a non mettere su Facebook i miei lavori.

Non gli ho risposto direttamente, non ho intenzione di farlo. Ma vorrei far notare in questa sede che, come può dedurre una qualsiasi persona normodotata cerebralmente, non si ottiene nessuna "pubblicità" da una vignetta che viene pubblicata -appunto- senza riportare l'autore o almeno la pagina da cui è stata rubata. La vignetta non è stata "condivisa" (un'opzione di Facebook con il quale si può ripubblicare un contenuto mantenendo il link alla pagina originale), è stata presa, modificata e ricaricata su una pagina diversa da quella originale. Facebook ti avverte in tutti i modi quando si caricano immagini negli album che devi stare attento a non violare alcun diritto! Ebbene, ecco la notizia: se carichi su un tuo album un disegno di un altro dopo aver ritagliato via firma e logo e non glielo attribuisci, stai violando il diritto d'autore. Strano, vero? Non l'avrei mai pensato.

Sul fatto che una pagina non possa controllare ogni singola cosa che pubblica poi, replico semplicemente che si può fare benissimo. Che ci vuole? Ad esempio io lo faccio: quando inserisco una fan-art nella gallery di Drizzit, cito autore e possibilmente pagina dell'autore. Ma lo fanno anche tantissime altre pagine come ad esempio Mondo di Nerd, che ha decine di migliaia di fan più della mia pagina: ogni immagine che viene caricata dall'amministratore di quella pagina riporta sempre l'autore e nel caso in cui l'amministratore non sappia di chi si tratta, lo chiede direttamente ai suoi lettori in modo da aggiornare la didascalia non appena qualcuno glielo riporta. Mi preme sottolineare che questa, prima di essere una pratica a norma di legge è una cosa civile, è buona educazione. Cioè quello che la legge chiede di rispettare in realtà è una buona norma, una cosa che io stesso mi premurerei di fare anche senza il pericolo di essere denunciato.

Purtroppo la politica nobile, educata e legale di certe pagine non è quella adottata dalla maggior parte delle pagine "contenitore" di Facebook, che spesso si aggiornano rubando immagini qua e là su internet, ritoccandole, ritagliando via quello che non piace e perché no anche aggiungendoci didascalie personali o il loro bel logo. Queste pagine sono perlopiù espressione dell'ego di incapaci che non potendo condividere con il pubblico quello che sanno fare, mettono in mostra la bravura di altri, nascondendo però gli altri. E accumulano centinaia di migliaia di fan facendo ridere, riflettere e emozionare i propri followers spesso senza che questi sappiano chi sono gli autori dietro le opere che li hanno fatti ridere, riflettere, o emozionare. Queste pagine, personalmente, mi fanno schifo.

Infine, e concludo, il ragionamento per cui se io volessi tutelare il diritto d'autore dovrei tenermi le strisce chiuse nel computer è un ragionamento (chiaramente) idiota. E' come dire: se hai scolpito una statua, non metterla in giardino! Scolpiscila e poi chiudila in soffitta, perché se la metti dove tutti possono vederla poi non ti puoi lamentare che un coglione ne stacchi un pezzo e se lo porti via per farci un soprammobile nel suo soggiorno. E se lo denunci, e le guardie vanno lì e si riprendono il tuo pezzo di statua, non puoi lamentarti che quello venga a darti dello stronzo e del coglione: lo stronzo e il coglione sei tu, autore utopista e disilluso, che hai ancora fiducia nell'umanità. Chiaro?

Per questo motivo io oggi non pubblico The Author. Me lo tengo nel computer, nella mia soffitta, perché la mia scorta settimanale di fiducia è esaurita e ha bisogno di tempo per ricaricarsi.
Humanity not found.
Buona domenica.

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